Il valore del Taijiquan

Al giorno d’oggi il Taijiquan gode di un’enorme popolarità nel mondo, con più di 300 milioni di praticanti.

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Il governo cinese lo ha recentemente dichiarato patrimonio intangibile e da preservare, così che possa continuare ad essere praticato dalle future generazioni.

Il Taijiquan è insieme: una Via per preservare la salute, una Via per l’autodifesa, e una Via per l’elevazione spirituale della Coscienza, la comprensione interiore di noi stessi e del mondo.

L’armoniosa presenza in quest’Arte di aspetti relativi alla salute e di aspetti relativi alla tradizione marziale rendono unico il Taijiquan, e ne spiegano la grande popolarità. In tempi come quelli di oggi c’è enorme bisogno di una disciplina con le caratteristiche del Taiji.

Il valore del Taijiquan è nella crescita continua, nello sviluppo costante dei nostri talenti, nella forza interiore che ne deriva, e che ci aiuta a combattere demoni, debolezze e paure. Il valore del Taijiquan è in quella fiducia in noi stessi che sa darci, nella centratura del respiro che assorbe l’universo...

...fino a renderci simili al drago che cavalca il vento.

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Estratti da “La canzone dei ricordi” di Chen Wangting

Sospiro pensando a quegli anni, indosso un’armatura con una lancia in mano.
Abbiamo spazzato via innumerevoli nemici, più volte in pericolo di vita.
Sono stato ricompensato con lodi, tutto inutile.
Quando sono depresso mi alleno nella boxe, durante il mio orario di lavoro aro i campi.
La gente dice che sono stupido e fatiscente.
Ho sentito dire questo, ma io non la prendo a cuore.
Rido del popolo e dei nobili che si agitano per le loro ansie, non come me che rimango di buon umore e resto calmo.
Non desidero la fama o il lucro.
Dopo essere stato coinvolto negli affari, capisco l’inganno.
Capisco la natura illusoria della vita.
Supponendo che ci fosse un mondo dove la pace e la salute hanno prevalso, la tranquillità e la semplicità sarebbero all'ordine del giorno.
Non ci sarebbe l'odio e la negazione.
Non mi interessa che gli altri si affaccino alla povertà: io non sono preoccupato per il successo o il fallimento.
Se non sono già un immortale, allora chi lo è?

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